giovedì 9 ottobre 2008

Crisi, Berlusconi rassicura: nessun problema liquidità

(sole24ore)
Nessuna banca italiana corre il rischio di essere nazionalizzata così come è avvenuto in altri Paesi europei a seguito della crisi finanziaria.


Il presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, si sofferma ancora una volta sulla solidità del sistema del credito in Italia, spiega il senso del decreto legge varato ieri dal Consiglio dei ministri e ribadisce l'invito agli italiani a non cedere al panico dei listini di Borsa. «Non siamo nel '29 - dice - non vendete le vostre azioni perché molte aziende italiane fanno profitti e i valori di Borsa non corrispondono al valore reale di quelle aziende».


Tra 18-24 mesi, aggiunge Berlusconi, i corsi azionari risaliranno, dunque meglio tenere le azioni nel cassetto.Il premier, durante la conferenza stampa congiunta con il primo ministro romeno Calin Tariceanu seguita al vertice bilaterale Italia-Romania, sottolinea che non c'è il rischio che gli istituti italiani possano passare in mano pubblica: il decreto legge varato ieri dal Cdm, spiega, consente al Tesoro, in caso di necessità, di entrare solo temporaneamente come socio privilegiato nel capitale delle banche, qualora ve ne fosse bisogno. E comunque, aggiunge Berlusconi, il decreto serve a dare un'ulteriore garanzia al sistema «non ai risparmiatori per i quali non siamo preoccupati».


Nessuna banca italiana ha fatto operazioni rischiose con prodotti finanziari 'tossici', aggiunge Berlusconi e solo Unicredit, a causa del suo ramo tedesco, ha dovuto essere ricapitalizzata ricorrendo al mercato. Per il resto Via XX Settembre e Bankitalia stanno monitorando la situazione di patrimonialità e liquidità degli altri istituti: al momento - rassicura Berlusconi - la situazione è sotto controllo e l'intervento eventuale ci sarà solo se necessario. «Con il direttore della Banca d'Italia passiamo in rassegna tutte le banche e, ove ci fosse una capitalizzazione insufficiente, le chiameremo ad aumentarla».


«La motivazione principale -ha detto ancora il premier sempre parlando del decreto legge del governo- non è quella di rassicurare i cittadini che erano già abbastanza sicuri della solidità del nostro sistema bancario, ma è quella di far sì che le banche continuino a svolgere la loro indispensabile attività di sostegno all'economia, sia alle imprese che ai consumatori, perché i riflessi di questa crisi che noi temiamo sono quelli sull'economia reale. Noi siamo preoccupati per l'andamento borsistico, perché siamo di fronte ad una crisi che è l'opposto di quella che ricordiamo come la grande crisi del '29».


Le banche possono continuare a svolgere le "loro attività di sostegno all'economia", ma "siamo preoccupati per i riflessi della crisi dei mercati sull'economia reale". Su questo fronte, il premier ribadisce: "Nessuna banca italiana potrà fallire; nessun italiano perderà un solo euro".Il presidente del Consiglio torna anche a parlare dell'uso dei decreti legge dopo le polemiche dei giorni scorsi: «Sono l'unico strumento - ripete - per intervenire in fretta. Io faccio il riformatore e chi è chiamato a decidere deve farlo in fretta, del resto - aggiunge - tutto è sottoposto al vaglio del presidente della Repubblica».Quanto ai rapporti con la Romania, spiega infine Berlusconi, «nessun fatto singolo può scalfire il rapporto d'amicizia con il popolo e il governo romeno». Le polemiche sul decreto sicurezza sono superate, conclude, e presto sarà dato il via libera agli accordi che prevedono lo scambio di detenuti tra i due Paesi senza la necessità del loro consenso.

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