mercoledì 8 ottobre 2008

Mercati interbancari: Euribor immobile, aumenta lo spread

I timonieri delle banche centrali hanno tagliato i tassi di interesse dello 0,50%, una mossa coordinata presa contemporaneamente da Bce, Fed, Banca del Canada, Banca Nazionale Svizzera, Banca Centrale della Svezia e anche dalla Banca della Cina. Le Borse sembrano avere ignorato il segnale e sul mercato interbancario la riduzione del costo del denaro è stato praticamente ininfluente. Solo il tasso overnight sull'euro è sceso sotto il 4% allineandosi al nuovo livello del tasso della Bce (3,75%), il resto è rimasto pressoché come prima.

In particolare, i tassi Euribor, ai quali sono indicizzati i mutui a tasso variabile, non si sono praticamente mossi. L'Euribor 3 mesi viaggia al 5,30% con una riduzione di appena 0,09 rispetto alla situazione precedente il taglio. Prima del taglio della Bce, lo spread era di 114 punti base, 4,25% contro 5,39%. Ora è salito a 155 punti, 3,75% contro 5,30%. Paradossalmente si è ampliato lo spread tra il tasso Refi e il tre mesi. Tesissima la situazione dei tassi sul dollaro, con i Fed Funds ora all'1,50%, ma i broker quotano l'overnight tra 7,5%-8 per cento.

Con la mossa odierna, le banche centrali si sono smarcate dalle pressioni delle Cancellerie, ma hanno anche dimostrato che politica monetaria e gestione delle liquidità sono due cose assolutamente differenti. I tassi di mercato restano elevati nonostante il taglio del costo del denaro. La crisi di liquidità può essere contrastata con immissioni di liquidità, ma poco si può fare se il rischio riguarda la solvibilità delle controparti.

Il denaro fornito generosamente dalle banche centrali al sistema bancario resta gelosamente custodito nei depositi che le stesse banche tengono presso le banche centrali. Una situazione drammatica e paradossale che non ridà fiato ai mercati.

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